Vetrocemento
Un materiale povero riscoperto dalle grandi firme dell’architettura
Nato agli inizi del XX secolo, il vetrocemento era spesso impiegato per illuminare i capannoni industriali.
Considerato originariamente un materiale povero è stato riscoperto recentemente dalle grandi firme
dell’architettura grazie alla sua versatilità, robustezza ed effetto architettonico.
Il vetrocemento è un elemento architettonico di grande effetto che permette alla luce di filtrare,
garantendo un adeguato livello di privacy e di isolamento sia acustico che termico.
Solidi oppure cavi, si tratta di blocchi di vetro dalla forma quadrata o rettangolare, che possono
essere trattati in superficie per modificarne la trasparenza. Il vetrocemento può essere impiegato su
pareti divisorie, scale, porte, docce, dettagli decorativi ecc. E’ un materiale che si compone di
vetromattoni, ovvero dei mattoni formati da due lastre di vetro separate da una camera d’aria, uniti
da giunti in cemento armato. Sul mercato vi sono molte alternative ma a livello di dimensioni quelle
standard sono 19×19 cm con spessore di 8 cm, mentre per quanto riguarda la forma, la più
utilizzata è quella quadrata.
La superficie del vetro può essere chiara, incisa, liscia o ondulata per modulare il passaggio della
luce. I vetri possono essere trasparenti, satinati, colorati ecc.
La presenza di una camera d’aria interna ai mattoni, inoltre, garantisce un isolamento termico agli
sbalzi di temperatura, mentre lo spessore dei mattoni offre un elevato isolamento acustico.
Il costo di una parete o di un elemento decorativo in vetrocemento in linea di massima è compreso
in una forbice tra i 50 e i 100 euro al metro quadro.